Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia.

Dai tempi antichi i grandi poeti, scrittori e cantanti cercano di spiegare, nelle loro opere, questo sentimento così affascinate ed allo stesso tempo così complesso. L’amore è irrazionale ma anche logico, tocca il cuore ma anche la mente.

Ci fa sentire pieni di entusiasmo, al sicuro e la sua presenza nelle nostre vite è come un raggio di sole che riscalda e porta vitalità.

Abbiamo bisogno di amore e forse per questo lo cerchiamo continuamente durante la nostra vita. Ma l’amore ha tante sfaccettature tra cui una davvero molto speciale: l’amore verso sé stessi.

Cosa intendo con amore verso di sè?

Spesso aspettiamo che l’amore e l’apprezzamento per quello che siamo e facciamo arrivino da chi ci sta vicino. Quando questo non avviene, proviamo un senso di insoddisfazione, non ci sentiamo apprezzati e considerati.

Nei momenti difficili della mia carriera questo è stato uno dei motivi per cui ho sofferto abbastanza. Credevo che i meriti dovessero venirmi riconosciuti dall’esterno. 

Una delle domande più frequenti che mi venivano rivolte durante le interviste era: “dimmi cinque tuoi pregi e cinque tuoi difetti.” Era una di quelle che odiavo di più.

L’elenco dei miei difetti ero brava a farlo, ma per i pregi la mia risposta era sempre la stessa: “sono gli altri a giudicare”.

Niente di più sbagliato.

Ma questo lo penso ora come frutto dell’età, dell’esperienza e degli studi di coaching che sto facendo.

Aspettando il riconoscimento e l’apprezzamento altrui non davo a me stessa il valore che sentivo di avere, sminuivo i miei sforzi e le mie realizzazioni dandole per scontate, pensando di mettere in atto una delle cose più belle: la modestia.

Quando sono arrivata in Italia avevo una mentalità e un’educazione molto rigida, tipica del mio paese da poco uscito dagli anni bui del comunismo.

Nei primi anni ero molto chiusa e timida perché provenivo da un paese che non godeva di una buona reputazione e questo mi creava abbastanza disagio. Ero molto severa nel giudicare me stessa ed ogni errore che facevo mi pesava tantissimo.

Risultato: mettevo costantemente in discussione le mie capacità, le mie scelte e le mie potenzialità.

Per approfondire leggi anche: i 5 passi per raggiungere al meglio i propri obiettivi

Un giorno poi qualcosa è cambiato.

Il mio osteopata mi fece un discorso legato alla gratitudine che avrei dovuto provare verso le mie origini. Quelle parole cosi irrilevanti per lui a me hanno cambiato la percezione che avevo del mio passato e di me stessa.   

È stato il giorno in cui, inconsciamente, ho iniziato un processo di accettazione: ho iniziato ad accettare il mio paese per quello che era.

Non vedevo solo i suoi difetti ma anche le sue moltissime qualità e bellezze.

E così ho iniziato a vedermi attraverso occhi più indulgenti, accettando il fatto che posso anche sbagliare una scelta, un’azione in campo o un’intera stagione senza che questo si trasformi in una tragedia.

Le mie capacita non venivano più messe in discussione e il non sentirmi all’altezza piano piano è scomparso dal mio mindset.

All’altezza di chi? Di che cosa? Queste sono domande che oggi mi sorgono spontanee.

A volte può sembrare strano quanto in fretta possano cambiare le situazioni che ci limitano e ci depotenziano grazie, magari, a poche semplici parole che ci fanno riflettere.

Smettiamola di essere i peggiori giudici di noi stessi

Fermiamoci un attimo. Possiamo scoprire di essere noi i primi a non darci l’amore che meritiamo ed a non apprezzare quello che siamo realmente.

Fai un respiro profondo. Prenditi il tempo di cui hai bisogno e datti il permesso di iniziare ad accettare serenamente parti di te che ti piacciono di meno, senza criticarti.  

Abbiamo bisogno di smettere di lottare. Accettare significa proprio questo.

Inizia ad apprezzare le cose che sai fare e che riesci a fare. Ricorda però di avere la consapevolezza che a volte alcune cose ti riescano meno bene. Allora significherà che semplicemente dovrai applicarti, allenarti e metterle in pratica un pò di più.

E cosi come provi ammirazione davanti ad un tramonto, ad un bambino piccolo o ad un evento straordinario, prova ammirazione anche per te stesso e per l’essere meraviglioso che tu sei.

Questi sono i primi passi da fare verso noi stessi, verso l’amore incondizionato che ci farà scoprire i nostri talenti e le nostre vere potenzialità.

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